E’possibile con le conoscenze maturate trattare in modo esauriente un tema così importante, forse sconosciuto ai più, certamente urgente nella nostra società? A questa domanda, oggi 9 novembre 2024 , tentano di rispondere i Lions dell’8° e 9° Circoscrizione dell’Umbria, parlando di Autismo o più precisamente di Spettro autistico, come viene definito dagli esperti della società scientifica. Il Lions Club di Assisi ha organizzato il meeting intorno a questo Service Nazionale e ha sollecitato tutti i Club dell’Umbria, e non solo, ad essere presenti e divulgare un evento tanto importante nella realtà di oggi. Il Presidente del Laions Club di Assisi Flaminio Flavi, nel dare il ben venuto ai convegnisti , sottolineava lo sforzo dimostrato e la passione profusa da tutti gli associati, anche quando si sono impegnati in occasione del G7 svoltosi ad Assisi e che aveva per tema: Disabilità e Inclusione. Sappiamo bene che nulla s’improvvisa e dunque è doveroso sottolineare l’ impegno della Professoressa Debora Siena e della Dott.ssa Simonetta Centurione, entrambe membri del Comitato Service Nazionale quali ottime organizzatrici dell’evento. Al tavolo dei relatori la Dott.ssa M. Luisa Papa psicologa e psicoterapeuta con la relazione: La STRUTTURA DEL CARATTERE. Il Dott. Angelo Pierini con: AUTISMO UNA SFIDA PER LA COLLETTIVITA’. La Dott.ssa Moira Paggi , madre e Presidente di ANFFAS con una relazione LA NOSTRA ESPERIENZA COME GENITORI . Sono seguite le testimonianze di associazioni quali ANGAS, ATLAS come Arte terapia, Daniele Guerra Cuoco e docente, Mario Lavoratori come persona autistica impegnata nella sua quotidianità lavorativa. Moderava l’incontro scientifico la Dott.ssa Carla Ascani. Numerosissimo il pubblico, attento e commosso per le testimonianze venute dal grande e variegato mondo che sottostà a questa patologia. La data di oggi è stata una data importante perché ha sollevato molti interrogativi, vuoi per la difficoltà di arrivare tempestivamente a una vera diagnosi, vuoi per la preparazione che i genitori devono avere nell’ affrontare i rapporti con i figli dopo aver saputo la diagnosi, sia perché la comunità tutta si deve interrogare e farsi carico del percorso terapeutico e riabilitativo, laddove ci siano carenze umane, affettive, organizzative. Le relazioni sono state particolarmente interessanti, spesso commoventi e ricche di pathos. I presenti hanno capito che il tema affrontato necessita di saperi, di medici in prima linea, della fondamentale azione della Scuola, di Istituzioni operative, di Ospedali e ricercatori che lavorino su aspetti non ancora identificati nella genetica, e che ulteriori approfondimenti verranno da esperienze e statistiche mediche. Tutte le voci ascoltate sono, in vario modo, giunte alla conclusione “ che il bambino è un essere pensante, pieno di dignità, d’orgoglio, di desiderio di autonomia, e che non bisogna sostituirsi a lui nella sua realtà perché la sua richiesta è “ di aiuto a fare da solo”.